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Gli animali

Gli animali sono un tasto dolente ci somigliano troppo.

L’allevarli e accudirli una gioia, il cibarsene per noi un problema.

Per le nostre galline, che ci somigliano molto, testarde e anarchiche, il problema si dimezza. Queste vagano a loro piacere, spesso ne spariscono e le uova che raccogliamo sono una minoranza, ma noi puntiamo sulla quantità ed in fine ce ne rimangono in abbondanza. Sfamiamo un mondo selvatico che ci circonda e vive al nostro fianco silenzioso ma attento. Galline che muoiono di vecchiaia non ne abbiamo mai avute.

Un anno c’è capitato che i cani abbaiassero insistentemente lontano da casa, distratti forse dalla volpe adulta, mentre due giovani volpacchiotti provavano goffamente con grandi salti ad acchiappare le galline e ad iniziarsi come adulti, nella caccia.

Logicamente se nell’autunno i galli sono troppi li dobbiamo scambiare, regalare o vendere. Il maschio animale la iella ce l’ha dalla nascita, ne bastano pochi, anzi è buona pratica l’averli contati.

All’ape regina i maschi occorrono una sola volta nella sua vita, si accoppia con più di loro nel volo nuziale di alcune ore e dopo per il resto della sua vita ha sperma per mantenere un alveare con migliaia di uova fecondate al giorno per la sua lunga vita, tre o quattro anni…e i fuchi sappiamo tutti che fine fanno.

Tanti galli e poche galline è un’inferno per i galli che si feriscono gravemente, cosi lo è per i montoni.

I maschi in eccedenza li vendiamo.

Un giorno forse potremo imparare ad ammazzarli in modo rapido e rispettoso e forse cominceremo a cibarcene.

Per il momento godiamo delle nascite, gioia per tutti quando una chioccia che era sparita ricompare dopo tre settimane con uno stuolo di pulcini al seguito. Oppure quando al mattino, in giornate fredde o ventose scopriamo che sono nati degli agnelli, la giornata inizia gioiosa e importante l’allegria è contagiosa e la processione famigliare è ininterrotta. La prima informazione è il sesso. Se femmina avrà un nome.

Ci sentiamo e lo siamo dei principianti con le pecore, ma la strada di convivenza pacifica, con gli animali tutti, ci spiana la strada.

E quando intorno al tavolo ci saziamo saporitamente con il frutto del nostro lavoro, ne godiamo maggiormente, ricordandoci di quanto poco occorra all’uomo per sentirsi in armonia con questa terra che era stata abbandonata ed ora è viva.

Ti viene spontaneo sentirsi legati a tutti gli umani che prima di noi hanno vissuto in questo luogo. Le radici sono profonde e noi ne facciamo piacevolmente parte.